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Torino

Intervista a Luisa Piazza

Il flusso di turisti ha influito sulla qualità della vita dei residenti? Se sì, in che modo?

La trasformazione di Torino in città turistica e meta di “city-break” si è realizzata appieno in occasione dei Giochi Olimpici Invernali del 2006 (dopo alcuni anni di investimenti infrastrutturali e preparazione culturale con coinvolgimento di gli stakeholder locali). Risultato=> incremento dei locali di socializzazione (café, bar, ristoranti…), hotel, b&b,e locazioni turistiche, creazione di nuove offerte culturali, recupero di edifici ex industriali abbandonati e loro conversione in musei, sviluppo di nuove proposte culturali (concerti, degustazioni, etc). Di queste trasformazioni hanno beneficiato tanto i turisti, tanto i cittadini.

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Il turismo ha avuto un impatto negativo sull'autenticità della città? Se sì, come?

No, a Torino non mi risultano effetti di perdita di autenticità (architettura, offerta enogastronomica, negozi di souvenir made-in-China…) tipici, invece, di altre mete molto più famose e battute quali, ad esempio, Roma, Venezia e Firenze…

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Il turismo genera opportunità di lavoro per i residenti o comporta una dipendenza economica da questa attività?

Il turismo genera nuove opportunità imprenditoriali e crea nuovi posti di lavoro. Considerato che il peso del turismo sul PIL regionale (incluso l’indotto) spiega circa l’8% del totale (oltre il 10% la media nazionale), credo sia difficile considerare il turismo un settore che crea dipendenza economica.​​​​​​​​​​​​​​​

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Quali misure sono state adottate dalle autorità locali per gestire il flusso di turisti a Torino?

L’organizzazione del turismo in Piemonte prevede la divisione di responsabilità tra diversi attori istituzionali. Semplificando al massimo:

  • la Regione Piemonte=> comunicazione e promozione delle attrattive regionali e dei vari territori attraverso campagne multimediali, presenza a fiere, presentazioni a livello nazionale e internazionale;

  • la Città di Torino, attraverso la propria ATL (Agenzia Turistica Locale) e i relativi uffici di informazione la pubblico => accoglienza, informazioni, proposte e prenotazioni di visite, card scontate per fruire dei servizi turistici (trasporti, musei, etc.)

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Ci sono stati tentativi di diversificare il tipo di turismo che Torino attira (ad esempio, turismo sostenibile o turismo culturale) per ridurre l’impatto del turismo di massa?

Il turismo a Torino è nato già all’origine come proposta diversificata: ampia offerta culturale (Residenze Reali Sabaude, Museo Egizio, Museo del Cinema, teatro Regio con un ampio patrimonio di beni Unesco…); proposte enogastronomiche (tra locali storici e contemporanei, più esperienze di visita in fabbrica…); attività outdoor (escursioni in bici, a piedi in collina o nei parchi cittadini); proposte spirituali (Torino è, tra le varie caratteristiche, la città dei Santi sociali: Don Bosco, Cottolengo, …); e nel corso degli anni, anche il turismo industriale con oltre 60 proposte di visite dento i luoghi produttivi di grandi brand famosi (Martini, penne Aurora, Lavazza…), oltre che turismo sportivo (ATP Finals, Universiadi 2025, Giro d’Italia, …)

In ogni caso, Torino NON ha – finora – vissuto alcun problema di turismo di massa e non ne vedo i segnali tipici.

 

Ci sono stati cambiamenti nei settori economici di Torino, come l'alberghiero, la ristorazione o il commercio, a causa dell'afflusso di turisti?

Sì, come indicato nel precedente punto 1. Se si considera solo la componente di ricettività, la situazione in Piemonte (dove il peso di Torino è considerevole) l’impatto turistico ha determinato la seguente evoluzione: 

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